“Un percorso formativo articolato, a confronto costante con la drammaturgia antica, classica e contemporanea, che offra gli strumenti essenziali di approccio tecnico ed artistico dell’arte dell’attore: un percorso organico, sia individuale che collettivo, che parte dagli strumenti del lavoro sulla pre-espressività (l’organizzazione della presenza fisica tesa all’espressione) per arrivare alle regole della messa in scena.
Il processo porta al risveglio delle potenzialità fisiche, vocali, creative ed espressive della presenza scenica, affinché si possano aprire tutti i canali profondi verso la ricchezza dell’arte teatrale.”
“La linea pedagogica si ispira ad alcuni maestri del Novecento teatrale, tra loro Stanislavskij, Grotowski, Strasberg e Barba, per orientarsi verso i punti chiave, trasversali alle diverse metodologie, che possano parlare al nostro presente. L'insegnante accompagna l'allievo in un percorso organico verso la scoperta della realtà essenziale del dramma e della vita dei personaggi.”
“Training fisico: dinamica, ritmo, plastica, acrobatica.
La pratica teatrale contribuisce a scardinare i blocchi dell’organismo, a sviluppare la personalità verso un corpo/mente dell’attore luogo di tutte le possibilità creative; un mondo di possibilità, che proprio attraverso il corpo è possibile sperimentare: perché agire è pensare.
Azioni fisiche, composizione.
Le azioni fisiche sono intese come parti di quel processo di autocoscienza che caratterizza la ricerca dell’attore, un attore che utilizza il personaggio come trampolino, ovvero come strumento che lo aiuti a capire ciò che sta dietro la maschera riscoprendo l’essenza più intima della sua personalità per poi mostrarla.”
“Training sensoriale, improvvisazione su circostanze “date”, analisi organica del testo. Attraverso un processo creativo organico, si è condotti alla creazione di personaggi autentici, reali, per il teatro e per il cinema. L’allievo scopre gli strumenti che consentono di reagire con verità a circostanze immaginarie; impara a percepire e seguire i propri impulsi e l’intuito verso la creazione di personaggi “vivi” e drammi autentici; “smette di recitare”, per creare sulla scena un’esperienza di vita.”