Produzioni | Elf Teatro

Regia e drammaturgia
Voce e canti
Musiche originali
Con
Elisabetta Fraccacreta
Benedetta Iofrida
Irene Spina
Anno

2014

Studio su Etty Hillesum

Monologo interiore a più voci

La storia di Etty Hillesum, vittima del nazismo, diventa pretesto e paradigma per indagare la vita dell’anima di fronte alla distruzione, qualsiasi forma assuma.
Indaghiamo la vita del corpo che si espone, esprimendo con “segni” e forme, differenti momenti di vita e stati dell’essere. Un corpo terreno che attraversa la sensualità, convive con il delirio e cerca una via di sopravvivenza.

Fonti drammaturgiche: Etty Hillesum – Diario, Lettere

Si deve diventare un’altra volta così semplici e senza parole come il grano che cresce o la pioggia che cade. Si deve semplicemente essere.

Recensioni

IT FESTIVAL 2014
STUDIO SU ETTY HILLESUM di ELF Teatro
Etty Hillesum, nata in Olanda nel 1914 e morta ad Auschwitz nel 1943, scelse di condividere la sorte del suo popolo pur avendo la possibilità di sottrarsi alla deportazione.
Queste scarne note biografiche sono alla base del lavoro ma la compagnia Elf Teatro sceglie un approccio non narrativo; utilizzando le parole del diario di Etty, lo spettacolo prova a illuminare questa grande figura di donna e di intellettuale immaginandola nel momento della fine quando, con sguardo limpido e sereno, ripercorre la sua vita.
La scenografia è semplice ma molto evocativa: un telo bianco steso per terra, un po’ fiume, un po’ sentiero; un campanello che viene fatto suonare da una terza figura, esterna alla scena, a sottolineare alcuni passaggi; scarpe abbandonate sul telo, forse a rappresentare l’allontanamento della vita terrena e dal corpo.
Il telo bianco sui cui si muovono le due attrici diviene allora lo spazio dell’anima, non luogo di un racconto che segue il filo delle suggestioni più che quello della cronologia; le due figure, alternandosi, danno voce alle parole di Etty, ai suoi ricordi, alle riflessioni, alle cose capite troppo tardi e a quelle rivelatesi, infine, con la pienezza delle verità autoevidenti.
Le due attrici si alternano: una racconta, l’altra si muove, quasi a sottolineare con il corpo quanto viene detto, o quasi a indicarne il sottotesto, il NON detto, a farne il contraltare. Perchè ogni parola pronunciata ha la sua storia, il suo significato interiore, che non coincide mai pienamente con il significante. Viene così evocato così il mondo interiore, più che il mondo fisico, e gli oggetti della realtà fisica
(la brughiera, una nuvola davanti alla piccola inferriata) diventano simboli e sinossi degli snodi dell’anima: il coraggio di guardare dentro se stessi come passaggio necessario per superare la paura degli altri, del mondo, in una conquistata libertà del cuore che nessun campo di prigionia potrà mai deturpare.
Teatro capace di restiture un’atmosfera densa, interessante il lavoro sul testo e l’uso della musica; rimane il dubbio se una versione più lunga possa togliere qualcosa in termini di efficacia e tenuta.
Maria Pia Boido

Lo spettacolo è stato presentato nell’ambito di:
IT FESTIVAL – 2, 3 e 4 Maggio 2014 Fabbrica del Vapore – Milano
ELF TEATRO – 1 Giugno 2014
CASA MUSEO ALDA MERINI Milano – 10 Luglio 2014